Immaginate questa scena: avete appena traslocato, e dovete quindi effettuare il cambio della vostra residenza. Mentre siete in autobus, andate sul sito del vostro Comune per vedere gli orari di apertura degli uffici, già immaginando una mattinata persa per espletare la pratica e maledicendo in cuor vostro la burocrazia.
Con sorpresa scoprite però che il sito del Comune, oltre a fornire spiegazioni molto dettagliate, facilmente leggibili dal vostro cellulare, prevede la possibilità di gestire la pratica online, senza recarsi di persona all’Anagrafe. Una volta arrivati a casa, effettuate con lo SPID l’accesso al portale comunale, compilate i moduli necessari, allegate i documenti richiesti, pagate il bollo con PagoPA e inviate la richiesta. Subito ricevete una notifica di presa in carico dell’operazione. Dopo un paio di giorni vi arriva una PEC che conferma l’avvenuto cambio di residenza, cambio che vi viene segnalato anche sull’App IO: visitando nuovamente il portale potrete scaricare una copia del certificato.
Un sogno? No, in sempre più Comuni italiani, questa è la realtà.
Digitalizzazione dei comuni: si può recuperare il ritardo
Nonostante l’immagine un po’ polverosa e arretrata che probabilmente ne abbiamo tutti, nel corso degli ultimi anni le amministrazioni comunali italiane hanno innegabilmente intrapreso un percorso verso la transizione digitale e la modernizzazione dei servizi al cittadino. Anche a causa dell’emergenza Covid-19, che ha colpito gli uffici pubblici tanto quelli delle aziende private, nei Comuni italiani sempre più spesso i siti sono accessibili e allineati ai moderni standard di usabilità, sempre più pratiche si possono fare online, sempre più consigli comunali sono visibili in diretta via streaming e, se necessario e urgente, le sedute di Giunta si fanno via Zoom, velocizzando i processi decisionali e la realizzazione dei progetti.
Ma molto è ancora da fare. Lo scenario appena descritto è diffuso non in maniera uniforme, ma “a macchia di leopardo” e, soprattutto nei comuni più piccoli, ancora si fa fatica ad adeguarsi all’evoluzione digitale, se non perché costretti da specifici obblighi di legge.
I vantaggi per i Comuni
Oltre agli evidenti benefici per la cittadinanza (meno code, maggiore comodità, più trasparenza), l’evoluzione digitale dei servizi porta vantaggi anche per le strutture comunali, come ad esempio:
- la possibilità di programmare meglio i carichi e gli orari di lavoro negli uffici, anche sfruttando lo smart working per la gestione delle pratiche nel back office;
- la disponibilità di statistiche sui carichi di lavoro e il numero di pratiche gestite;
- l’immagine di una PA più avanzata che si guadagna agli occhi del cittadino e contribuente;
- in caso di emergenza, la possibilità di ridurre le interazioni con il pubblico.
Per questo, la digitalizzazione della PA locale non deve essere vista come mero obbligo di legge, ma come un’opportunità per aumentare efficienza e qualità dei servizi a tutti i livelli.
L’opportunità del PNRR
Per questo motivo, i bandi per la transizione digitale presenti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) costituiscono un’opportunità unica per i comuni, perché mettono a disposizione ingenti risorse per tutti i comuni che ancora non hanno investito per poter sfruttare, dal lato di chi eroga i servizi, strumenti come lo SPID, l’App IO o PagoPA.

Per diffondere questa opportunità, abbiamo deciso di realizzare una guida ai bandi disponibili per la transizione digitale dei Comuni, nell’ambito del PNRR, fino alla fine del 2022.
Cliccate sul pulsante qui sotto per scaricare direttamente la nostra guida in formato PDF.
Se invece avete bisogno di maggiori informazioni, non esitate a contattarci direttamente.