Retail & Real Estate

Nel corso dell’ultimo biennio – anche come conseguenza diretta e indiretta dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 – si è assistito a una forte accelerazione dell’e-commerce in tutti i paesi europei con un aumento delle vendite che, a tassi di crescita pre-pandemia, avrebbe richiesto almeno 2-3 anni nella maggior parte dei settori. Ciò è avvenuto in Germania, Francia e Regno Unito, come anche in Spagna e in Italia e così si prevede che continui nei prossimi anni. In particolare, la crescita ha riguardato il mercato B2C, come testimoniato dall’incremento del fatturato di Amazon nei diversi mercati nazionali e dalla svolta online di molte imprese commerciali che operavano nel canale fisico e che sono sempre più orientate verso logiche di omnicanalità.

E’ interessante, tuttavia, evidenziare l’esistenza di un’altra storia di sviluppo dell’e-commerce – meno conosciuta – rappresentata dal C2C. Il volume delle transazioni di vendita di quelli che sono in gran parte prodotti di seconda mano è, infatti, fortemente aumentato sia sulle piattaforme orizzontali (es. eBay e Facebook Marketplace) che offrono un’ampia gamma di categorie di prodotti, sia su quelle verticali come ad esempio Vinted che vende prodotti di moda second hand. 

Tale sviluppo trova una duplica spiegazione, una di natura più contingente e una legata più ai cambiamenti  valoriali. La prima rimanda al  fatto che il lockdown e la limitata mobilità delle famiglie hanno portato una  maggiore consapevolezza sulla quantità di beni non utilizzati e/o non più desiderati esistente in casa che ha indotto a rimetterli in circolazione attraverso la vendita online. Prodotti di moda e articoli per la famiglia (incluso i giocattoli) sono state le categorie di beni second hand più messe in vendita. La seconda spiegazione, invece, rimanda alla crescente attenzione dei consumatori alle tematiche della sostenibilità e al desiderio di attivare comportamenti di consumo sempre più consapevoli in questa direzione ridando dimensione sociale, vita utile e valore economico ai prodotti second hand. A questo proposito è interessante sottolineare come questa tendenza – che si prevede in ulteriore crescita nei prossimi anni – riguardi tutte le diverse generazioni ma soprattutto i consumatori più giovani (Gen. Z)(Figura A).

Sostenibilità ambientale, sostenibilità sociale, sostenibilità economica: oltre alla dimensione del “risparmio denaro”, la principale motivazione alla base della crescita delle vendite del C2C sembra proprio riconducibile alla “riduzione dello spreco”.  

In passato, le piattaforme C2C sono state tradizionalmente gratuite (o quasi) per gli acquirenti (es. eBay), mentre i ricavi provenivano da una commissione chiesta ai venditori oppure da entrate generate da inserzionisti attratti da un elevato traffico del sito. Nel corso degli ultimi tempi si sono, invece, sviluppate piattaforme C2C che utilizzano un diverso modello di business centrato sul far pagare una commissione agli acquirenti. Rendendo la piattaforma gratuita per chi vende, le imprese capovolgono il tradizionale modello di e-commerce che si concentrava sull’attrarre il maggior numero possibile di acquirenti su un sito. Il presupposto è che la rimozione degli ostacoli dal lato dell’offerta aumenti il numero di venditori ampliando la gamma dei prodotti in vendita, che a sua volta attirerà più acquirenti e di conseguenza più venditori. La monetizzazione può nascere dall’addebito di una commissione sulla transazione e/o dalla predisposizione di un’offerta di servizi aggiuntivi a valore aggiunto in grado di incoraggiare un maggiore acquisto di prodotti second hand. Tra questi servizi aggiuntivi si può evidenziare, ad esempio, il pagamento di una commissione di protezione dell’acquirente che prevede il rimborso del denaro in caso di mancata spedizione o di prodotti di scarsa qualità  oppure la certificazione di autenticità di particolare rilevanza per alcune specifiche categorie di beni. Senza contare l’evoluzione delle piattaforme C2C verso l’offerta di strumenti di marketing, di informazioni sui clienti e sui prezzi, di opzioni di pagamento online.

Quale futuro per il mercato commercio C2C ? Due aspetti dovranno essere monitorati con attenzione:

  • Le piattaforme C2C non saranno in competizione solo tra di loro. Molte imprese stanno, infatti, già valutando la risposta da fornire alla crescente attenzione valoriale al “recupero dei prodotti” da parte dei giovani. Basti pensare, ad esempio, a una impresa di abbigliamento outdoor come Patagonia che ha recentemente lanciato un sito per i suoi capi di abbigliamento di seconda mano.
  • Gli acquirenti di beni second hand  spesso apprezzano le stesse offerte di servizi a cui sono abituati quando acquistano prodotti nuovi online (ad es. sicurezza, opzioni di pagamento, spedizione).

Author

Luca Zanderighi